Fight the virus: GVDE 2020 Intercity.

Anche quest’anno, come in tutte le edizioni svolte sino ad ora, sono stato uno dei 75 “reviewers”, i direttori creativi a disposizione per visionare i portfolii di junior e studenti con la formula nota del Grande Venerdi di Enzo. Per chi non lo sapesse, il GVDE è l’evento creato dall’Art Directors Club Italiano per ricordare Enzo Baldoni, socio del club, scomparso nel 2004 in Iraq.
Per la prima volta si è svolto, con l’aiuto di Google completamente online, incrociando le residenze di direttori creativi e studenti.

Inutile dire che sentire parlare di “migliori direttori creativi italiani” e vedere il proprio nome associato a quelli di tanti esimi colleghi e amici: Pasquale Barbella, Karim Bartoletti, Francesco Taddeucci, Assunta Squittieri, Miriam Bianchi, Vincenzo Celli, Serena di Bruno, Marco Diotallevi , Federico Russo, Patrizia Boglione, Massimiliano Maria Longo, Paola Manfroni, Laura Grazioli, Giuseppe Campisi, Mirko Cottone, Michele Comuzzi, Andrea Foresi, Francesco Guerrera, Valerio Le Moli, Pietro Lena, Anna Meneguzzio, Manuel Musilli, Luca Pannese, Luca Lorenzini, Luca Pedrani, Paola Rosi, non può che essere un grande onore.

Ma la cosa che mi fa più piacere, nel partecipare a questa iniziativa utile a dare consigli ai giovani creativi nel breve tempo di 15 minuti, è farlo nel nome di Enzo Baldoni, amico personale e amico di famiglia. Un saluto a Guido, Gabriella, Giusi e Sandro. Siete un’esempio come lo Enzo per me.

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[Update]

E’ uscito oggi (venerdi 26) un video pubblicato nel canale Facebook dell’ADCI che racconta l’indimenticabile serata. Buona visione.

“Doniamo.org”. Da oggi anche nel web la nuova campagna di Pubblicità Progresso per sensibilizzare alla donazione degli organi.

Un anno e poco più fa, sono stato coinvolto da Franco Moretti, in qualità di Presidente dell’ADC*E e mio storico mentore, alla realizzazione della nuova campagna sulla sensibilizzazione alla donazione degli organi. Non posso dimenticare la sua telefonata: “Matteo, abbiamo bisogno di fare qualcosa di nuovo, anche nel web, ci servi tu”. Potevo rifiutare?

Per la prima volta nella sua storia, la Fondazione Pubblicità Progresso, a quarant’anni di distanza dalla prima campagna dedicata alla donazione del sangue, ha voluto coinvolgere, anzichè le agenzie, un superteam di professionisti che si dedicassero alla causa, ognuno per il suo ramo di competenza.
Il giorno della prima riunione ho incontrato oltre al nuovo amico Alberto Contri (Presidente della Fondazione), anche i vecchi amici Andrea Concato e Roberto Fiamenghi e siamo stati nominati project leader. Non potevamo più tirarci indietro.

Ma che responsabilità! Saremmo riusciti a realizzare una campagna degna del tema nonostante gli impegni professionali, quello che io chiamo “il lavoro di giorno”? Saremmo riusciti a regalare la nostra professionalità a qualcosa in cui credevamo? Speravamo di si.

Quel giorno c’era anche il Professor Antonio Gasbarrini, Epatologo del Policlinico Gemelli di Roma e Presidente della Fondazione Fire, scintilla dell’intera operazione e una grande persona che ha saputo farci concentrare su quelli che sono i mille dubbi che ha un comune cittadino nei confronti della donazione. Per esempio: “Non è che mi espiantano gli organi e io non sono davvero morto?”, “Non è che i miei organi vengono venduti?”. E altre domande alle quali avremmo dovuto dare una risposta. Soprattutto quella di trovare il modo di convincere le persone a fare qualcosa mentre erano in vita, evitando ai nostri cari di prendere una decisione quando noi non ci saremmo stati più.

L’argomento era tra i più difficili da trattare, sia perché obbliga l’eventuale donatore a pensare alla propria possibile morte prematura, sia perché occorre fornire molte informazioni e poi perché – da ultimo – occorre anche aiutare a superare le barriere burocratiche alla formalizzazione della decisione di donare gli organi.

Grazie a un comitato scientifico che coinvolgesse la massima istituzione del Paese in questo campo, l’Istituto Nazionale Trapianti e l’AIDO, l’associazione di donatori più strutturata e presente capillarmente sul territorio nazionale siamo riusciti a evidenziare i problemi e a trovare soluzioni.

Le soluzioni evidenziate sono state quelle di convincere le persone a fare i passi necessari finché sono ancora in vita – per fare in modo che non siano i nostri cari a prendere la decisione in un momento davvero difficile per loro – e a sciogliere ogni dubbio a chi questa decisione la deve ancora prendere finché è ancora in vita.

Da questi concetti sono nati gli spot che state vedendo in TV, ma anche il sito di cui vi parlerò tra poco.

Il sito www.doniamo.org costituisce la struttura portante della campagna (questo lo dice il comunicato, non certo io che l’ho studiato, Alberto Monti che lo ha disegnato o Andrea Concato che ha scritto testi eccelsi) ma è costruito in modo da facilitare un percorso guidato verso la auspicabile decisione che come avrete intuito è l’Adesione all’AIDO e al rilascio della tessera, l’unica cosa che libererà i nostri cari ad una decisione da prendere in un momento – che come ho già detto – potrebbe essere difficile.

Infatti, all’inizio compare la frase: “un sito per farsi domande, ottenere risposte, prendere una decisione”.  E per questo il sito è stato studiato come un percorso. Per primo ci sono le risposte alle F.A.Q. (le domande più frequenti) che non sono riportate come al solito per iscritto, ma con rapide interviste video girate in sala operatoria o in ospedale, fatte ad alcuni autorevoli chirurghi dei trapianti. Volevamo che fossero loro a fornirle, non certo noi che di lavoro facciamo la pubblicità. Tutte le video F.A.Q. le trovate qui.
Ad ogni risposta si propone – nel caso si sia convinti – di cliccare sul bottone che consente di scaricare il modulo di adesione all’AIDO con le indicazioni per ottenerla.

Ma se non basta questo a convincere le persone, viene proposto di guardare la campagna stampa e conoscere i testimonial che hanno già aderito alla campagna e all’AIDO come Claudia Gerini, Diego Della Valle, Concita De Gregorio, Lorenzo Sassoli De Bianchi, Caterina Caselli, scattati da due maestri della fotografia contemporanea: Chris Broadbent, uno dei più grandi maestri dello still-life e del ritratto, e Gerald Bruneau (già assistente di Andy Warhol). Tutte le campagne stampa le trovate qui. Altri ne verranno.

Da ultimo, se il visitatore non è ancora convinto, gli si chiede di inviare una mail con le sue perplessità o la richiesta di ulteriori delucidazioni, cui risponderanno degli esperti della materia. Ma siccome non credo che arriverete a questo punto e fi fiderete di me, iscrivetevi subito all’AIDO qui.

Ovvio che per fare tutto questo, oltre all’impegno di Pubblicità Progresso e all’ottimo lavoro di Marcella Colombo e Serena Izzo, c’è anche quello di Giovanni Bedeschi, Paola Ticozzi Valerio, del regista Claudio Gallinella di BedeschiFilm, del sound designer Matteo Milani di Green Movie, degli attori Giacomo De Cataldo e Pierpaolo D’Alessandro. Nonchè quello di Pacifico e Cristina Marocco che hanno concesso i diritti musicali e hanno cantato nella versione speciale realizzata per il film di “Tu che sei parte di me”, Sugar Music e Edizioni Curci per la buona volontà.

Paolo Pelizza, Tommaso Feraboli e Matteo Corbi hanno lavorato alle video F.A.Q. realizzando un lavoro lavoro con Postatomic e lo speaker Massi Rossi che ha anche realizzato il radio con il team di Eccetera qui.

Al sito hanno lavorato Simone Tolomelli (che ringrazio personalmente per la dedizione e la professionalità – anche se con lui ho parlato solo via Skype ma che abbraccerò alla prima occasione), Paolo Ainio e Andrea Santagata di Banzai Media.

Sicuramente chi ho dimenticato di ringraziare per questa meravigliosa esperienza potete trovarlo qui.

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Dall’inizio del progetto ho cambiato 2 agenzie: sono passato da Wunderman a Hagakure, ma entrambe le agenzie mi hanno dato carta bianca per portare avanti il progetto e per questo ringrazio chi mi ha dato la possibilità di farlo “nel lavoro di giorno”.

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